I grandi classici: il Nautilus di Patek Philippe

Hausmann & Co. racconta i grandi classici dell’orologeria: il Nautilus di Patek Philippe.

Il Nautilus di Patek Philippe rappresenta un’icona dell’orologeria, sogno di molti collezionisti. La scelta del nome fu eccellente, con il riferimento alle avventure di Capitan Nemo raccontate nel romanzo di Giulio Verne “ Ventimila leghe sotto i mari”.

Questo orologio senza tempo nasce nel 1976 dal disegno sapiente di Gérald Genta, che sfidò i canoni estetici dell’alta orologeria con gli angoli smussati della lunetta ottagonale e del bracciale, aggiungendo ad una estetica già non convenzionale la particolarità di una cassa con due sporgenze laterali che ricordano quelle degli oblò dei vecchi transatlantici. E’ unica la modalità di apertura della cassa, poichè lunetta e fondello fanno perno sulla cerniera sinistra, collocata appunto sulle sporgenze laterali.

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Il primo Nautilus, ref. 3700, equipaggiato con calibro JLC 920

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Il Nautilus "solo tempo", ref. 5711/1A, attualmente in collezione

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Un confronto visivo fra il primo modello, ref. 3700/1A (in alto), e l'attuale (in basso), ref. 5711/1A. La differenza principale riguarda le dimensioni: la cassa del modello attuale è 1mm più ampia della precedente

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Il dettaglio dei componenti dell'abbigliamento del Nautilus 5711/1A. da notare il fondello in vetro zaffiro, che permette di apprezzare il movimento

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Copertina del flyer originale distribuito in occasione dell'evento Hausmann & Co. per la presentazione della nuova collezione Nautilus, nel 1996

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Il Nautilus "fasi luna", ref. 5712/1A, attualmente in collezione

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Il Nautilus "calendario annuale", ref. 5726/G, in oro bianco con cinturino in alligatore, attualmente in collezione

Storico anche il calibro che lo equipaggiava, il 920 di Jaeger-LeCoultre, frutto della collaborazione fra “la Grande Maison”, Patek Philippe ed Audemars Piguet. Questo movimento era infatti montato su modelli di tutte e tre le Maison (con l’unica differenza che, avendo differenti diritti di proprietà sul movimento, Jaeger-LeCoultre utilizzò una variante con uno spessore maggiore per 0,1mm). Fra l’altro, con il Royal Oak di Audemars Piguet, il Nautilus condivide anche la paternità del design.

Nonostante il sottile movimento che lo animava, le dimensioni della cassa del Nautilus (42 mm di diametro e uno spessore di 7,60 mm) erano insolite negli anni ’70, quando gran parte dei modelli della manifattura svizzera avevano tra i 33 e i 37 mm di diametro. E’ quindi comprensibile l’accoglienza tiepida che gli riservò inizialmente il pubblico degli appassionati, che impiegarono qualche tempo per fare di questo orologio una vera icona. Philippe Stern, che assunse la guida di Patek Philippe l’anno successivo, ricorda come rimasero stupiti i visitatori della fiera di Basilea del 1967: “All’epoca non ci interessavano i grandi lanci pubblicitari, ci limitavamo a presentare un nuovo orologio”. E l’azienda si pose in assoluta controtendenza: “A quei tempi erano tutti in competizione per produrre gli orologi da polso più sottili del mondo. Il nostro si poneva perciò in assoluta controtendenza: trent’anni fa, il Nautilus si presentava come un orologio di grande taglia”.

Le dimensioni della cassa del Nautilus variariono negli anni: un ridimensionamento fu deciso nel 1981, con la ref. 3800, caratterizzata da un diamentro di cassa di “soli” 37,5mm, ed una nuova espansione nel 1998, con un nuovo modello da 42mm, referenza 3710/1A soprannominata “Jumbo”.

Nel 2006, per festeggiare i 30 anni di questo modello iconico, Patek Philippe presenta la nuova collezione Nautilus, fedele al design originale ma con le due spalle laterali leggermente incurvate, a prolungare il profilo della lunetta; sono cambiati i quadranti, oggi disponibili anche in diverse varianti di colore, e bracciali più flessibili e dalla migliore vestibilità.

La collezione Nautilus per uomo conta una grande varietà di modelli: l’iconica referenza 5711, il modello con calibro più semplice, con sole indicazione dell’ora e della data (per questo noto come “solo tempo”), ma con l’aggiunta, rispetto ai primi modelli, della lancetta dei secondi centrali, è uscita di produzione nel gennaio 2022.  Meccanicamente più complicati i modelli 5712, con fasi luna, piccoli secondi, datario e indicazione della riserva di carica, il 5726, con calendario annuale a finestrelle, piccoli secondi e fasi luna, e il 5980, con cronografo monocontatore e datario. Questi ultimi modelli sono disponibili, oltre che in acciaio, anche in diverse combinazioni di oro, ed abbigliati con bracciale o cinturino in alligatore e fibbia déployant.

Thierry Stern, Presidente Patek Philippe, racconta che, al compimento del ventesimo anno di età, come da tradizione di famiglia, gli fu regalato il primo Patek Philippe: “E così nel 1990 mi è stato donato un Nautilus: fino ad allora non portavo orologi costosi, perchè mi capitava di romperli e li cambiavo senza pensarci troppo su. Perchè ho scelto il Nautilus? Beh, direi che è stato lui a scegliere me: in famiglia siamo sempre stati molto sportivi, e il suo stile mi si adattava perfettamente. Per quanto la mia collezione si sia ampliata nel corso degli anni, il Nautilus rimane l’orologio che ho indossato più spesso”.

Dal 2009 la collezione Nautilus si avvicina anche al pubblico femminile, con una ricca gamma di orologi sia automatici che al quarzo, caratterizzati da un abbigliamento sempre impreziosito da una lunetta di brillanti.

Il sogno che oggi questo orologio rappresenta è confermato dal valore, superiore ai 2.000 euro, che può raggiungere all’asta una scatola originale dei primi esemplari del Nautilus: la sua particolare composizione in truciolato di sughero ha colpito molto gli appassionati, ben trasferendo il rimando all’ambiente marino.

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